GUIDA ALLA COLTIVAZIONE DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

Sfogliando qualche rivista specializzata o passeggiando tra giardini particolarmente variegati, si incontrano specie botaniche di cui molto spesso poco prima si ignorava l’esistenza. Tra le piante meno conosciute ma non per questo meno incantevoli c’è l’Elaeagnus umbellata, nota anche come Olivo d’Autunno, Olivo di Boemia e soprattutto Goumi del Giappone. È in effetti principalmente questa la sua terra d’origine, assieme alla Cina e alla Corea: nell’Asia Orientale cresce praticamente ovunque, dalle zone boschive a quelle site al limitare dei corsi d’acqua fino addirittura alle terre himalayane che sfiorano i 3000 mt di altezza.

Oggi l’Elaeagnus umbellata è diffusa ormai in tutte le aree temperate non solo asiatiche e dunque anche nel continente europeo.

LA PIANTA DI ELAEAGNUS UMBELLATA

Il nome di questa pianta di origine asiatica ha origine greca e significa olivastro scuro. È del genere Elaeagnus, appartiene alla famiglia delle Elaeagnaceae e si presenta come un vigoroso arbusto molto ramificato, a crescita cespugliosa e particolarmente disordinata. Non supera generalmente i 4-5 mt di altezza ed essendo una pianta rustica si adatta a ogni sorta di clima e ambiente, da quelli montani a marini, dai più torridi a quelli più freddi o ventosi. L’Elaeagnus umbellata è infatti utilizzata anche come frangivento, anche se viene coltivata soprattutto a scopo ornamentale come singolo arbusto scenografico, in forma di siepe oppure per usufruire dei suoi frutti commestibili.

Il Goumi del Giappone presenta da giovane una corteccia grigio rossastra, che diventa più chiara man mano cresce. 

Le foglie caduche hanno una forma lanceolata e raggiungono una lunghezza tra i 4 e i 10 cm: mentre sulla pagina inferiore leggermente vellutata sono bianco-argentate, su quella superiore mostrano un bel colore verde chiaro e sono ricoperte di tanti puntini bianchi che hanno il merito di rendere la pianta molto scenografica. Il Goumi del Giappone ha delle ramificazioni appuntite situate all’altezza dell’ascella fogliare, simili alle spine delle rose, nate per l’incapacità di questi rametti di germogliare.

Tra aprile e maggio il Goumi del Giappone sboccia, con fiori a trombetta bianchi (che quando stanno per appassire sfumano sul giallo) riuniti in gruppi di 8/10: sono formati da quattro petali con al centro altrettanti stami di un bel giallo sgargiante.

Le infiorescenze emanano una dolce fragranza che inonda tutta la pianta e la notevole presenza di nettare li rende meta frequentatissima di api che ne assicurano l’impollinazione, quest’ultima favorita dalla presenza di due esemplari anche di varietà differente (es: Goumi del Giappone Rosso e Goumi del Giappone Giallo).

Tra settembre e novembre al posto dei fiori spuntano i frutti che, come piccole olive rosse, ricoprono tutte le ramificazioni, tanto che in molti soprannominano la pianta come Albero dei Coralli. Come le foglie, anche i frutti sono punteggiati da piccolissime macchioline bianche che fanno sembrare l’Elaeagnus umbellata come ricoperta di rugiada. All’interno di ogni bacca c’è un seme, a sua volta mangiabile come l’intero frutto.

COLTIVAZIONE DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

Chi desidera coltivare al meglio il Goumi del Giappone sappia che la pianta predilige un terreno ben drenato, organico, fertile, sciolto e leggermente acido: detto questo, da pianta rustica quale è, cresce bene anche in terreni più aridi e poveri. Lo straordinario adattamento dell’Elaeagnus umbellata è legato al fenomeno dell’azotofissazione che, come ad esempio il trifoglio, permette alle radici di catturare dall’atmosfera azoto e di accumularlo in bollicine che coprono le radici, in modo da potersi rifornire quando le condizioni ambientali si fanno più difficili. Peraltro a beneficiare dell’azotofissazione sono anche le piante vicine, col risultato di un giardino bello e sano.

CLIMA IDEALE PER LA COLTIVAZIONE DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

L’Elaeagnus umbellata, per svilupparsi in maniera rigogliosa, deve essere posizionata o piantata in un luogo luminoso e soleggiato: è concessa al massimo la mezz’ombra, con un buon numero di ore di luce al giorno. All’ombra invece la pianta non cresce e non emette sostanzialmente alcuna infiorescenza, tanto meno frutti. In ogni caso resiste a tutti i climi, da quelli più caldi e salmastri fino a quelli più gelidi, sopportando perfino temperature che vanno molto al di sotto dei -25°.

PROPAGAZIONE E MESSA A DIMORA DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

Il Goumi del Giappone può moltiplicarsi per seme o per talea: nel primo caso la semina deve avvenire in primavera e devono passare circa 2 anni (ovvero quando l’apparato radicale si sviluppa e si fortifica) prima della messa a dimora definitiva. Nel secondo caso, prelevati in autunno i rametti più giovani lunghi 15 cm circa, bisogna prima trattarli con ormone radicante e poi piantatati in un mix di sabbia e torba da mantenere sempre umido: solo quando saranno sbocciati nuovi germogli allora la piantina può essere messa a dimora nel luogo prescelto.

Le piantine nuove devono essere piantate, sempre in luogo soleggiato, a 80 cm di distanza tra loro: l’irrigazione nelle prime fasi deve essere costante e settimanale, senza però creare mai ristagni idrici che possono portare a un pericoloso marciume radicale.

IRRIGAZIONE DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

La pianta adulta di Goumi del Giappone non richiede eccessive irrigazioni perché, in condizioni normali, è sufficiente l’acqua piovana. Se il clima però si rivela particolarmente siccitoso e secco, allora è possibile intervenire con innaffiature al bisogno in estate, mentre in primavera e in autunno almeno una volta a settimana.

CONCIMAZIONE DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

La concimazione, da effettuarsi all’inizo della primavera e in autunno inoltrato, è fondamentale per mantenere l’arbusto in salute: si consiglia di utilizzare del concime stallatico in pellet (proveniente, come suggerisce il nome, dagli animali da stalla come pecore, cavalli, mucche e capre) da integrare alla base della pianta. Il concime, che deve essere particolarmente ricco di azoto, fosforo e potassio, non fa che rendere il terreno più umido, riducendo di conseguenza la frequenza delle irrigazioni.

POTATURA DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

L’Elaeagnus umbellata si distingue nel panorama botanico per la sua crescita disordinata e la potatura si rivela quindi l’unico modo per dare una forma più aggraziata all’arbusto, soprattutto nei casi in cui è utilizzato come siepe. La potatura deve effettuarsi in autunno, con cesoie attentamente disinfettate e deve riguardare quei rami ormai secchi, mentre le ramificazioni più robuste, seppure più corte, devo essere lasciate sulla pianta. 

Si consiglia di non tagliare le punte dei rami perché altrimenti questi crescerebbero smisuratamente ma senza emettere infiorescenze.

COLTIVAZIONE IN VASO DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

Il Goumi del Giappone può essere coltivato anche in vaso: in questo caso bisogna scegliere un terriccio universale mescolato con torba e sabbia, per favorire il drenaggio dell’acqua delle irrigazioni ed evitare i ristagni idrici. A tal proposito, le innaffiature devono essere molto più frequenti perché la pianta in vaso non può assorbire abbastanza umidità dal terreno, come invece avviene in spazi più ampi: si consiglia di incrementare le irrigazioni tra aprile e settembre, ma stando sempre attenti a non inzuppare il terriccio.

Questa tipologia di pianta, coltivata in vaso, assorbe poi ancora più azoto e altri sali minerali dal terreno: è quindi fondamentale intervenire, tra la primavera e l’inizio dell’inverno, utilizzando un fertilizzante liquido da diluire nell’acqua delle irrigazioni, una volta ogni due settimane.

Si ricordi poi che se si sceglie di coltivare l’Elaeagnus umbellata in vaso, bisogna rinvasare almeno ogni 3 anni, in primavera e sempre scegliendo un terriccio misto a sabbia e torba (in proporzioni di 70%, 20% e 10%).

PRINCIPALI MALATTIE DELL’ELAEAGNUS UMBELLATA

Nonostante sia una pianta rustica e molto resistente, non è raro che venga colpita da parassiti alquanto fastidiosi come afidi, cocciniglia e muffa grigia: in questi casi si rivelano efficaci dei semplici antiparassitari a largo spettro oppure a base di aglio (nel caso della cocciniglia funziona bene anche del semplice alcol da passare sulle foglie con dell’ovatta).

Teme il marciume radicale e soprattutto l’oziorinco, un insetto che potenzialmente attacca le piante scavando gallerie nel cuore dell’albero oppure causando l’erosione delle foglie. Per eliminare l’oziorinco si può scuotere la pianta per far cadere al suolo gli insetti, mettere del nastro adesivo attorno al tronco per impedire la loro risalita verso il fogliame oppure utilizzare decotti naturali a base di ortica, aglio, cipolla oppure del macerato di tabacco.

ELAEAGNUS UMBELLATA: PROPRIETÀ E UTILIZZI

Le bacche dell’Elaeagnus umbellata hanno un sapore acidulo e dolciastro ed essendo molto aromatici, sono consumati non solo freschi oppure essiccati ma anche come ingredienti per preparare soprattutto gelatine, confetture e composte di frutta: basta avere pochi ingredienti, ovvero pectina, limone, zucchero e ovviamente bacche di Goumi per godersi una colazione o uno spuntino buono e salutare.

Questi piccoli frutti sono un vero elisir per la salute essendo ricchi di vitamine A-C-E, proteine, zucchero, sali minerali, carotenoidi e soprattutto acidi grassi omega 3 e 6: questi infatti, nonostante siano fondamentali per l’organismo, non possono essere da questo sintetizzati e l’unico modo per integrarli è consumare cibi ricchi di questi acidi grassi, tra cui appunto le bacche di Goumi.

Si rivelano dunque importanti per tenere sotto controllo i livelli del colesterolo e dell’invecchiamento cellulare, anche grazie ai flavonoidi e al licopene, un antiossidante che è in tali quantità nei frutti della Elaeagnus umbellata da essere paragonati alle bacche di Açai e di Goji. 

La presenza di licopene e carotenoidi rende queste piccole bacche rosse uno dei cibi più abbronzanti, da consumare in grande quantità se si vuole sfoggiare una bella tintarella.

ELAEAGNUS UMBELLATA: CURIOSITÀ

La pianta di Elaeagnus umbellata, originaria dell’Asia, è arrivata in Europa nell’800 grazie ai commercianti olandesi: Joseph Clartè, un membro della Societè d’Acclimatation, la portò in Francia nelle zone di Vosgi e della Lorena. Proprio il Paese transalpino è quello che si è appassionato maggiormente ai frutti di questa pianta, utilizzandoli per produrre una sorta di distillato che oggi appartiene alla categoria Petit Crus de Fruits Vosgiens: è in particolare nella zona di Saint-Dié-des-Vosges che si produce questo liquore a base di bacche di Goumi. Non c’è dubbio che i francesi abbiano trovato ispirazione dal Gumishu, vino tradizionale giapponese.

Un’altra curiosità relativa alla pianta di Goumi del Giappone è quella che la vuole come una delle specie vegetali amiche dell’ambiente: si stima che in 1 anno questo albero ha la capacità di assorbire circa 7 chili di C02, ovvero l’equivalente dei gas di scarico emessi da un auto che percorre poco più di 40 km.