GUIDA ALLA COLTIVAZIONE DEL BANANO DI MONTAGNA

Forse non tutti sanno che esiste un albero di chiara impronta tropicale che può essere coltivato anche in un clima freddo e umido senza alcun problema. Infatti, si tratta di una specie che non è necessario proteggerla in inverno o coltivarla in casa per sottrarla alle basse temperature. Questo albero appartenente alla famiglia delle Annonacee ovvero la stessa delle magnolie è noto con il nome botanico di Asimina Triloba, e regala frutti commestibili molto simili alla banana ed è per questo motivo che ha assunto il nome di Banano di montagna. In riferimento a quanto sin qui premesso, ecco una guida completa alla coltivazione di questo stupefacente albero. 

Le caratteristiche della pianta del Banano di montagna 

Il Banano di montagna (Asimina Triloba) è un albero rustico, che può sopravvivere fino a 25 gradi sotto zero, sebbene da 0 gradi la parte aerea subisca danni specialmente nella sua fase più giovane. Durante i primi 3 anni di vita si consiglia di piantarlo in una zona semi-ombreggiata, mentre in età adulta quando cioè l’albero diventa più produttivo può essere esposto anche in pieno sole. Questo arbusto a foglie decidue non ha dimensioni eccessive; infatti, cresce fino a 5 metri di altezza ed è una delle poche specie tropicali che possono vivere bene nei climi gelidi producendo anche frutti commestibili. Dal punto di vista strutturale presenta grandi foglie di un verde intenso e la fioritura avviene ad inizio primavera quando compaiono, ancor prima delle foglie, fiori carnosi color rosso porpora molto caratteristici. 

Dove si può coltivare il Banano di montagna 

Il Banano di montagna è originario degli Stati Uniti, cresce in climi temperati ed è ideale dunque per vivere anche in Italia dove è presente un buon equilibrio di temperature durante tutto l’anno, senza subire cioè né freddo né tantomeno il caldo estremo. Da ciò si evince che si tratta di un esemplare che in base alla grandezza e allo spazio disponibile in termini di suolo, può essere scelto per ampi ettari di terreno così come per piccoli contesti verdeggianti, anche se la fruttificazione abbondante è garantita con un albero di grandi dimensioni piuttosto che con un piccolo arbusto.

Il clima ideale per il Banano di montagna

Il Banano di montagna può essere coltivato come un albero o arbusto e, a seconda delle proprie intenzioni avrà requisiti leggermente diversi quando si tratta di luce. Nel primo caso è opportuno piantare l’albero in una posizione di pieno sole e ciò gli consentirà di raggiungere altezze fino a 9 metri. Nel secondo caso invece conviene posizionarlo in un punto in cui gli viene offerto un riparo dal vento quando il sole è parziale. Entrambe le tipologie infatti sono sensibili alle forti raffiche che possono far soffrire permanentemente i rami contorti se non sono ben protetti. Per garantire questa protezione, l’albero o l’arbusto va piantato nelle immediate adiacenze di un edificio o di una recinzione.

Il terreno adatto per il Banano di montagna 

Il Banano di montagna cresce bene in aree con un terreno fertile naturalmente ricco tipico di quello presente lungo gli argini dei fiumi e in prossimità dei boschi. Inoltre prospera efficacemente in condizioni in cui il terriccio è in genere abbastanza umido. Da ciò si evince che per coltivarlo in giardino bisogna ricreare questi due habitat nel miglior modo possibile. L’albero che produce il Banano di montagna ama anche essere coltivato in un terreno leggermente acido, quindi potrebbe essere necessario testarlo e apportare le modifiche prima di piantarlo. È possibile in tal senso acquistare online i kit di test del suolo in modo che una volta identificate le aree migliori, si ha la certezza che il terriccio sia consone alle esigenze della pianta.

La messa a dimora del Banano di montagna 

Il Banano di montagna acquistato in un vivaio quindi già formato come alberello, per la messa a dimora richiede in primis la creazione di una buca nel terreno che deve essere leggermente più grande del contenitore di cui è corredato. Nello specifico bisogna rimuovere l’arbusto e staccare delicatamente le radici se si sono compattate o legate tra loro. Fatto ciò, si può adagiare la zolla contenente l’apparato radicale nel terreno per poi riempirlo di nuovo, assicurandosi che la pianta si trovi allo stesso livello di quando era nel vaso. Per ottimizzare l’operazione di messa a dimora del Banano di montagna, è sufficiente compattare delicatamente il terreno intorno all’albero procedendo nel contempo con un’abbondante innaffiatura affinché l’acqua raggiunga la giusta profondità. A margine va altresì aggiunto che è possibile anche aggiungere del pacciame nella parte superiore del terreno per aiutare a trattenere l’umidità, sebbene sia opportuno tenere il materiale (torba o fogliame) lontano dal tronco dell’albero per evitare che possa diventare eccessivamente umido.

Come si coltiva il Banano di montagna

Il Banano di montagna per essere coltivato nel modo più efficiente e quindi per garantirsi un buon esemplare in grado di produrre il suo tipico frutto, conviene acquistarlo giovane in un contenitore presso un vivaio o sugli store online preposti a ciò. In tal modo si ha la certezza della qualità e soprattutto la sicurezza che non ci siano parassiti e malattie in corso. Tuttavia va sottolineato che è possibile anche far crescere l’albero dal seme, anche se ciò come risultato può regalare una pianta che non assomigli a quella madre. Per provare questa condizione di crescita basta semplicemente posizionare un frutto maturo nel terreno e coprirlo con un sottile strato. 

L’irrigazione del Banano di montagna 

Il Banano di montagna ama un terreno costantemente umido. Ciò è particolarmente vero quando l’albero è giovane, quindi annaffiarlo accuratamente e regolarmente serve a garantire che il suo fabbisogno di umidità sia soddisfatto. Come con qualsiasi pianta, anche l’albero del Banano di montagna è suscettibile al marciume radicale, quindi non va mai annaffiato all’estremo in quanto ciò causerebbe più danni che privarlo dell’acqua. Il modo migliore per evitare la putrefazione delle radici è piantarlo in un terreno ben drenato in modo che l’eventuale acqua in eccesso possa defluire correttamente.

La concimazione del Banano di montagna 

Il Banano di montagna supporta qualsiasi tipo di fertilizzante che quindi può essere chimico o organico. Tuttavia per garantirgli una crescita ottimale è sempre opportuno cercarne uno adatto proprio per gli alberi che amano l’acido e nel contempo bisogna assicurarsi che contenga ferro, zinco, manganese, magnesio, molibdeno, rame e boro. Questi elementi sono molto importanti per le piante visto che la maggior parte dei suoli ne sono privi o ne hanno un piccolo e insufficiente quantitativo. I tassi di applicazione del fertilizzante in oggetto variano in base all’età della pianta. In genere per il Banano di montagna è sufficiente 1 tazza per ogni anno di vita dell’albero, e la cosa importante è distribuire uniformemente il fertilizzante sotto l’intero baldacchino della pianta evitando però di adagiarlo in un’area di circa 12 centimetri attorno al tronco per evitare che possa bruciarsi. 

Le principali malattie del Banano di montagna 

Il Banano di montagna è soggetto ad alcuni parassiti e di conseguenza a rischio di malattie più o meno gravi. A tale proposito tra le principali citiamo un fungo noto con l’appellativo di Mycocentrospora Asiminae che tuttavia non provoca danni significativi al frutto. Dei fungicidi disponibili nei vivai e sugli store online sono in tal senso consigliati per minimizzare la presenza di queste spore fungine. Ci sono bensì almeno tre tipi di lepidotteri che sono stati segnalati per danneggiare il Banano della tipologia Asimina Triloba, ed in particolare si tratta del Eurytides Marcellus e dell’Antheraea Polyphemus Cramer che si nutrono delle foglie causando di conseguenza una grave perdita di fiori. 

La coltivazione in vaso del Banano di montagna 

Il Banano di montagna può essere coltivato anche in vasi purché siano abbastanza alti e larghi visto che la pianta vanta un apparato radicale intenso e profondo. Premesso ciò, va altresì aggiunto che il Banano di montagna può raggiungere anche grandi dimensioni quando viene coltivato in contenitori, per cui un trapianto in un campo si rende alla fine indispensabile poiché le condizioni di crescita ottimali sono decisamente migliori. Fatta quest’altra importante premessa, va aggiunto che a riguardo della coltivazione in vaso del Banano di montagna, almeno una volta all’anno bisogna aggiungere del compost poiché ciò migliorerà ulteriormente la qualità del terreno. A seconda delle condizioni del terriccio quando si pianta l’albero in vaso, potrebbe essere necessario aggiungere fertilizzanti poiché i giovani esemplari hanno bisogno di molto cibo per svilupparsi bene nel loro primo anno di vita. 

Come si pota il Banano di montagna 

Il Banano di montagna ha pochi parassiti e malattie, ma la potatura occasionale è necessaria per aprire il centro dell’albero e consentirgli una maggiore penetrazione di luce e aria. L’operazione nello specifico consiste nel rimuovere incroci, rami morti o danneggiati. Negli alberi adulti, la potatura periodica serve tra l’altro a stimolare una nuova crescita e a migliorare la produzione di frutta. A margine va altresì aggiunto che come per tutti gli interventi di potatura l’uso di attrezzi ben sterilizzati è fondamentale per scongiurare ogni infezione che potrebbe poi attirare insetti anche diversi da quelli che abitualmente si posano sulla pianta (compresi gli impollinatori), e che spesso sono ricettacolo di malattie anche letali. 

La raccolta del Banano di montagna

Il Banano di montagna oltre a produrre succulenti frutti, regala anche dei fiori che sono di un bordeaux intenso e, che appaiono in primavera aggiungendo un grande valore ornamentale all’albero. Molte persone coltivano infatti questo esemplare proprio per il suo fogliame che diventa giallo brillante in autunno prima di cadere in inverno. I fiori tra l’altro se impollinati con successo si sviluppano poi nel frutto. In riferimento a quest’ultimo, va detto che in genere il frutto misura circa 15 centimetri di lunghezza e che quando diventa maturo appare morbido, con una buccia sottile e con un dolce profumo. La maturazione avviene nel periodo compreso tra agosto e settembre, e il sapore è simile a quello della classica banana tropicale senza contare che l’aspetto è cremoso quindi molto invitante. 

Proprietà e utilizzi del Banano di montagna 

Il Banano di montagna può essere mangiato quando diventa morbido, anche se alcuni preferiscono aspettare fino a che la pelle da verde diventi completamente scura. La polpa tra l’altro è simile a una crema pasticcera e il colore è tipicamente arancione e raramente può essere bianco. I frutti grandi di solito hanno da 10 a 15 grandi semi neri. Oltre al promettente potenziale per la produzione di frutta, alcune parti delle piante contengono asimicina ovvero un composto con rilevanti proprietà e un’alta qualità nutrizionale rispetto ai frutti come mela, pesca e uva. Tutti i frutti appartenenti alla famiglia delle Annonacee quindi come il Banano di montagna, hanno conservazioni relativamente brevi ed è per questo motivo che si preferisce utilizzarli in succhi, gelati e altri prodotti trasformati.

Curiosità sul Banano di montagna 

Come si mangia il frutto del Banano di Montagna? Il Banano di montagna è apprezzato per l’aroma che si può constatare al meglio consumando il frutto crudo e freddo servendosi dell’aiuto di un cucchiaio per estrarne la polpa cremosa. Da ciò si evince che è un buon candidato per le ricette in cui può essere miscelato nel cibo senza cucinarlo, come gelati, yogurt, frullati, bevande alla frutta e granite. Il frutto tra l’altro è ricco di antiossidanti; i suoi valori nutrizionali ricordano molto da vicino quelli della banana. La polpa infine può anche trasformarsi in marmellate, gelatine e quando viene fatta fermentare può regalare un delizioso vino da dessert. 

Ricette con il Banano di Montagna

Una semplice e rapida ricetta con il frutto dell’Asimina Triloba potrebbe essere quella della preparazione del gelato al Banano di Montagna. Occorrono solamente due frutti di media dimensione, 200 gr di zucchero fine, 250 ml di latte parzialmente scremato e 5 minuti di tempo. Si procede, dopo aver tagliato a metà il frutto, con l’estrazione della polpa e l’eliminazione dei suoi semi con un cucchiaio e si ripone il contenuto in un contenitore. Si aggiunge lo zucchero e si frulla fino all’ottenimento di una crema e successivamente si aggiunge il latte andando a frullare nuovamente per amalgamare il tutto. Il frullato risultante si va poi ad inserire nella gelatiera per terminare la preparazione a corretta consistenza raggiunta.