CRATAEGUS EDULI: QUALI SONO E COME SI COLTIVANO

Il termine Crataegus sta ad indicare un genere di arbusti e piccole piante della famiglia delle Rosacee. Ne esistono diverse varietà, tutte differenti tra loro, ma che hanno in comune la produzione di frutti saporiti, particolari e decisamente molto apprezzati da coloro che amano i prodotti un po’ insoliti ed originali. Ecco perché, a tutti gli effetti, possiamo parlare di Crataegus eduli: si tratta, infatti, di alberi da cui si ricavano ottimi frutti commestibili. 

Esistono indubbiamente delle varietà di Crataegus molto comuni, come quello che genericamente viene chiamato Biancospino, ma vediamo di conoscere meglio alcune tipologie meno note ma, senza dubbio, in grado di farsi apprezzare sia dal punto di vista estetico ed ornamentale, sia dal punto di vista prettamente “culinario”.  

CRATAEGUS AZAROLUS GIALLO E ROSSO: LA PIANTA, DOVE SI COLTIVA, COME SI COLTIVA E LA RACCOLTA. 

Il Crataegus Azarolus è un albero da frutto che ha origini asiatiche e, qui in Italia, è più comunemente conosciuto come Azzeruolo. 

Ne esistono alcune differenti varietà, tra le quali quella caratterizzata da un colore giallo pallido e quella che invece dà frutti rossi. Le foglie sono leggermente diverse a seconda del tipo di pianta, in ogni caso generalmente caratterizzate da un bel verde intenso, e l’altezza massima che può raggiungere è di 3/4 metri. 

I frutti prodotti sono piuttosto piccoli, possono arrivare ad un diametro massimo di 3/5 centimetri, ed assomigliano vagamente a delle mele in miniatura. Proprio per queste sue caratteristiche, il frutto del Crataegus Azarolus non è molto diffuso, non si tratta insomma di un frutto che si trova comunemente in commercio. Ma ciò non toglie che si tratti di un ottimo prodotto adatto ad essere consumato in più modi, e che le piante siano particolarmente belle dal punto di vista estetico, soprattutto durante la primavera, quando si rivestono di bellissimi fiori bianchi. 

Di solito, l’Azzeruolo è una pianta termofila, che cresce bene soprattutto sui pendii collinari, caratterizzati generalmente da un clima piuttosto mite e da una buona esposizione solare. In linea di principio, i terreni migliori sono gli stessi sui quali crescono bene leccio e roverella. 

Il terreno preferito da questa varietà di Crataegus è un suolo ben drenato e non troppo compatto, tuttavia riesce ad adattarsi bene anche in presenza di terreni più argillosi o calcarei. L’importante è che siano neutri o poco alcalini e che non vi sia un eccessivo ristagno d’acqua. 

Si tratta di una pianta che si adatta molto bene anche agli sbalzi di temperatura, nel senso che riesce a sopportare prolungati periodi di siccità e calore ma anche gli inverni più rigidi, quando le temperature scendono al di sotto dei -15/20° C. 

Una buona esposizione al sole è importante, preferibilmente verso sud-est o sud-ovest. 

La messa a dimora viene fatta solitamente a partire da fine luglio e può continuare fino al mese di novembre, la cosa essenziale è evitare improvvise gelate che potrebbero danneggiare seriamente la pianta. 

L’Azzeruolo può anche prendere vita da un seme, ma è una pratica poco diffusa questa. Infatti, richiederebbe troppi anni prima che l’albero sia sufficientemente cresciuto e sia in grado di dare frutti. Si usa molto di più la tecnica dell’innesto. 

In caso di coltivazione, non è necessario irrigare a meno che non si manifesti una siccità particolarmente prolungata. Eventualmente, irrigare un po’ può essere utile durante il primo anno di vita della pianta. 

Per quanto concerne la concimazione, non sono richiesti accorgimenti particolari, se non l’utilizzo di un po’ di compost domestico o qualche altro fertilizzante naturale blando, da impiegare soprattutto alle basi del tronco. 

In autunno è utile eseguire la cimatura, per favorire la nascita di nuovi frutti per l’anno successivo, ed è consigliabile una potatura per così dire “standard”, che serva soprattutto a dare una forma armoniosa alla pianta e a rimuovere eventuali rami secchi o danneggiati. 

Il Crataegus Azarolus può ammalarsi a causa del cosiddetto colpo di fuoco batterico, che è tipico delle pomacee, e può capitare che venga infestato da afidi o da altri insetti poco graditi; anche patologie derivanti da funghi sono possibili. 

La raccolta dei frutti avviene solitamente tra inizio agosto e fine settembre ed è, di solito, una raccolta a scalare: questo significa che i frutti non maturano tutti insieme, ma con tempistiche diverse. Questo, teoricamente, richiederebbe più passate, per poter raccogliere i frutti man mano che maturano. In realtà, spesso si fa come per le mele, quindi si raccoglie tutto insieme e si lasciano poi maturare i frutti che non sono ancora pronti in un luogo preposto, ovviamente adatto a tale scopo. 

CRATAEGUS PINNATIFIDA: LA PIANTA, DOVE SI COLTIVA, COME SI COLTIVA E LA RACCOLTA.

Il Crataegus Pinnatifida, più semplicemente denominato Biancospino Cinese o Biancospino di montagna, è una varietà proveniente anch’essa dall’Oriente e, in particolare, per l’appunto, dalla Cina. 

La pianta, in questo caso, può raggiungere i 3/5 metri di altezza, e le foglie sono lobate e di un colore verde scuro che, con il sopraggiungere della stagione autunnale, assume delle belle tonalità rossastre. 

La fioritura avviene in tarda primavera e consiste nella comparsa di numerosi fiorellini bianchi raggruppati come se fossero dei grappoli. In autunno compaiono i frutti, che sono di colore rosso e assomigliano molto a delle piccole mele. Se non vengono raccolti, sono in grado di resistere sull’albero anche durante l’inverno, quando le foglie sono ormai cadute. Questo può conferire alla pianta, indubbiamente, un aspetto ancor più suggestivo ed ornamentale. 

Il Crataegus Pinnatifida si adatta piuttosto bene a differenti situazioni, quindi riesce a crescere senza grossi problemi su diversi substrati. Nella fase di messa a dimora sono da preferire i terreni umidi ma ben drenati, dopodiché la pianta riesce a tollerare bene sia suoli umidi che suoli più secchi.

L’esposizione migliore è quella che prevede molto sole, tuttavia la pianta riesce ad adattarsi anche in zone di ombra o semi-ombra. Diciamo che, nel primo caso, può garantire una fioritura ed una produzione di frutti molto più abbondante, mentre nel secondo caso tutto sarà più limitato. 

Una buona irrigazione è importante soprattutto nel primo anno di vita, dopodiché il Biancospino Cinese riesce ad affrontare senza grosse difficoltà un po’ tutte le condizioni atmosferiche. Anche il freddo non è un nemico troppo temibile, così come non lo è l’inquinamento atmosferico. 

Si tratta di una pianta che può essere considerata piuttosto rustica, quindi non necessita di cure particolari. La potatura è necessaria soltanto per conferire e preservare una certa forma armoniosa e per eliminare eventuali parti morte o malate. 

Come tutte le piante di questo tipo, può essere attaccata da alcuni insetti oppure da alcune malattie derivanti da funghi: resta comunque una varietà piuttosto resistente anche in questo senso. 

CRATAEGUS MEXICANA: LA PIANTA, DOVE SI COLTIVA, COME SI COLTIVA E LA RACCOLTA.

Questa varietà di Crataegus proviene dall’America Centrale e più precisamente, come si può facilmente intuire dal nome, dal Messico e dal Guatemala. 

Rispetto alle varietà precedenti, si tratta di un albero che può raggiungere altezze maggiori, comprese tra i 5 e i 10 metri. Le foglie sono verdi, ovali e seghettate, mentre la corteccia del tronco è di colore grigio-rossastro. 

Anche in questo caso la fioritura avviene in primavera e prevede numerosi fiori bianchi cui segue, durante l’autunno, la comparsa di tanti piccoli pomi giallastri, simili a piccole mele. Man mano che maturano, questi frutti acquisiscono una tonalità di colore diversa, più tendente all’arancione/rossiccio. 

Come per la tipologia precedente, l’irrigazione riveste un ruolo abbastanza importante durante i primi tempi. Poi, quando la pianta è cresciuta ed ha attecchito più che bene, è perfettamente in grado di affrontare anche periodi di siccità, così come riesce a tollerare bene il freddo, la neve, i forti venti ed anche l’eventuale inquinamento atmosferico. 

La manutenzione è molto semplice e basica, è una pianta rustica che non richiede particolari accorgimenti. E’ sufficiente una periodica potatura per eliminare il superfluo e dare forma e ordine alla pianta, nulla più. Anche per quanto riguarda la concimazione, valgono le indicazioni fornite in precedenza: un po’ di concime naturale alla base del tronco è sufficiente a garantire un’ottima resa in termini di fioritura e produzione di frutti. 

CRATAEGUS SCHRADERIANA: LA PIANTA, DOVE SI COLTIVA, COME SI COLTIVA E LA RACCOLTA.

Il Crataegus Schraderiana, detto anche Biancospino Blu, costituisce l’ennesima varietà dei Crataegus ed un albero deciduo che può raggiungere i 4/6 metri di altezza. Si tratta di una pianta che fonda le proprie origini nell’Europa meridionale, dove è tuttora abbastanza diffusa. 

La fioritura, caratterizzata da grappoli di fiori bianchi anche in questo caso, avviene per lo più verso il mese di giugno, mentre i frutti giungono a maturazione tra settembre ed ottobre grazie all’impollinazione che avviene tramite i moscerini. 

In questo caso, i frutti sono più piccoli rispetto a quelli delle altre varietà descritte finora. Hanno pressappoco le stesse dimensioni delle ciliegie e sono caratterizzati da un colore rosso scuro molto intenso. Una volta maturi, possono rimanere sulla pianta anche alcune settimane senza risentirne. 

Come tutti i Crataegus, anche la varietà Schraderiana sa adattarsi piuttosto bene ad ogni tipo di terreno e condizione atmosferica, ma di certo predilige un suolo medio, anche abbastanza alcalino, umido ma ben drenato. Una volta che si è ambientato bene, riesce a sopportare senza problemi anche terreni più argillosi o pesanti e sa superare senza grosse difficoltà eventuali periodi di siccità o, al contrario, eccessiva umidità. 

L’esposizione da preferire, anche in questa circostanza, è quella che prevede sole in abbondanza, ma anche una situazione di semi-ombra può essere ben tollerata: in questo caso, però, potrebbero risentirne la qualità e la quantità del raccolto. 

L’irrigazione non è necessaria, di solito, salvo periodi di siccità davvero molto prolungati. L’acqua piovana è, generalmente, sufficiente. Con un po’ di concime a base di fosforo e potassio, da somministrare nel periodo compreso tra marzo e settembre, si possono ottenere ottimi risultati in termini di fioritura e, conseguentemente, di produzione di frutti. 

La potatura è consigliabile verso la fine dell’inverno, per consentire alla pianta di rinforzarsi in vista dell’imminente primavera. 

Bruchi, acari e afidi possono essere i principali nemici del Biancospino Blu, fermo restando che si tratta comunque di una pianta piuttosto resistente: anche l’inquinamento atmosferico non costituisce un problema per questa varietà. 

PROPRIETA’ E UTILIZZI DEI VARI CRATAEGUS EDULI

Come abbiamo visto, tutte queste differenti varietà di Crataegus sono in grado di offrire ottimi frutti, tutti assolutamente commestibili. 

Purtroppo, per una serie di motivi legati per lo più alle esigenze di mercato, non sono frutti che si trovano comunemente in commercio: restano, tuttavia, delle specialità che sanno come farsi apprezzare dagli intenditori e da tutti coloro che sono sempre alla ricerca di nuovi sapori e di prodotti un po’ particolari e inconsueti. 

Vediamo, un po’ più nel dettaglio, quali sono le caratteristiche dei frutti che si ricavano dalle piante prese in esame fin qui e, soprattutto, quali sono gli utilizzi più comuni in cucina (e non soltanto).

  • Crataegus Azarolus giallo e Crataegus Azarolus rosso: nel primo caso, i frutti sono di medie dimensioni rispetto allo standard, quindi intorno ai 50 grammi a frutto circa. La forma è leggermente appiattita, la buccia è di un colore giallo pallido e la polpa interna è dolce, molto aromatica e con una punta di acidulo. Di solito, all’interno vi sono 7 semi molto duri. Nella varietà rossa, invece, le dimensioni sono più ridotte (non più di 3 cm di diametro) e la forma è più sferica. La polpa interna è giallo/verde ed il sapore, pur essendo gradevole, è più acidulo rispetto al precedente. Si tratta di un frutto, in entrambi i casi, che non può essere conservato troppo a lungo, soprattutto se si vogliono preservare tutte le proprietà di cui è ricco: infatti, è un ottimo diuretico, ipotensivo e cardiotonico, oltre ad essere anche un prezioso antiossidante. E’ bene consumarlo, quindi, appena raccolto, magari anche per dare un tocco di originalità a qualche piatto speciale o ad una semplice insalata o macedonia. In alternativa, se ne possono ricavare ottime confetture o si possono usare gli azzeruoli come base per realizzare originali grappe e liquori. 
  • Crataegus Pinnatifida: i frutti del Biancospino Cinese sono molto simili a piccole mele ed hanno una consistenza carnosa, con un sapore vagamente acidulo che può comunque variare a seconda del livello di maturazione raggiunto. Anche in questo caso, per preservarne tutte le proprietà benefiche, il consumo fresco è senza dubbio quello da prediligere, tuttavia si tratta di un frutto che si adatta perfettamente alla realizzazione di confetture, gelatine, caramelle, tisane, canditi, ecc. Questi frutti hanno un elevato contenuto di vitamina A, vitamina C, minerali ed altri elementi importanti, utili soprattutto per il sistema cardiocircolatorio (ad esempio, per abbassare colesterolo e pressione). C’è addirittura chi considera il Biancospino Blu anche un buon rimedio per combattere la calvizie, le rughe e per ridurre l’assorbimento di grassi da parte dell’intestino. 
  • Crataegus Mexicana: i frutti di questa varietà, simili a piccole mele di colore giallastro (e, al termine della maturazione, quasi rossastro), sono caratterizzati da un sapore molto dolce e ricco di aromi, con accenni che ricordano proprio la mela. Anche in questo caso, possono essere consumati sia freschi che conservati, e sono sempre adatti alla preparazione di confetture, tisane, gelatine e così via. Le proprietà organolettiche sono del tutto simili a quelle dalla precedente varietà (cardiotonico, ipotensivo). 
  • Crataegus Schraderiana: questa varietà di pianta offre frutti più piccoli, grandi più o meno quanto delle ciliegie, che hanno un colore rosso porpora scuro. Mediamente, ogni frutto raggiunge i 15-20 mm di diametro. Il sapore è molto gradevole, ed anche la consistenza lo è: sono frutti molto succulenti, che quasi si sciolgono in bocca. Grazie ad essi si possono realizzare ottime confetture oppure possono costituire la base per preparare torte e dolci originali, così come possono anche essere essiccati per essere conservati più a lungo. Chiaramente, il consumo fresco è sempre quello che offre le maggiori soddisfazioni, sia per il palato, sia per l’apporto nutrizionale che garantisce.